Carta di Lampedusa, un racconto della tre giorni

Di seguito un racconto a cura di Giacomo Dessi della tre giorni che ha partecipato alla stesura della Carta di Lampedusa. Come Rete della Conoscenza-UdS-Link aderiamo all’iniziativa e ai principi della Carta, convinti che l’unica strada praticabile per le politiche migratorie in Europa e nel mondo sia quella dei diritti, dell’abbattimento delle frontiere e del contrasto ad ogni forma di xenofobia e razzismo.

E’ possibile leggere e sottoscrivere il testo della Carta qui.

La Carta di Lampedusa è il risultato di un processo costituente e di costruzione di un diritto dal basso che si è articolato attraverso l’incontro di molteplici realtà e persone che si sono ritrovate a Lampedusa dal 31 gennaio al 2 febbraio 2014, dopo la morte di più di 600 donne, uomini e bambini nei naufragi del 3 e dell’11 ottobre 2013, ultimi episodi di un Mediterraneo trasformatosi in cimitero marino per le responsabilità delle politiche di governo e di controllo delle migrazioni.”

E’ questa la storia della Carta di Lampedusa, come si può leggere nel preambolo, una storia di incontro e di discussione internazionale e nato dal basso.

Sull’isola delle Pelagie, oltre 200 attivisti dei movimenti antirazzisti d’Europa e delle varie sponde del Mediterraneo si sono riuniti dal 31 Gennaio al 2 Febbraio 2014 nella sala conferenze dell’Aeroporto di Lampedusa.

La tre giorni organizzata da Melting Pot e da tante realtà e associazioni ha visto partecipanti dall’Irlanda alla Turchia, alla Tunisia, alla Germania e gli studenti del Liceo Scientifico dell’Isola.

Venerdì dopo l’incontro mattutino con gli studenti, nel pomeriggio il sindaco di Lampedusa e Linosa, Giusy Nicolini, ha preso parte ai lavori della Carta assieme alle realtà dell’Isola, l’Associazione Askavusa e l’Associazione Piccoli Imprenditori isolani. In seguito la delegazione del movimento Lampedusa in Hamburg che reclama la libera circolazione e la libertà dei migranti nel poter risiedere in Europa.

Nella giornata di sabato c’è stata la discussione della bozza della Carta, il lavoro, svoltosi in maniera collettiva con traduzioni in più lingue, è durato l’intera giornata con oltre 50 interventi.

La Carta di Lampedusa è come c’è scritto nel preambolo stesso un patto che sarà declinato dalle realtà e dalle persone che decidono di sottoscriverla, non una proposta di legge né una richiesta agli stati o ai governi.

La prima parte del documento contiene i principi di fondo che la ispirano e che ispireranno le lotte: La libertà di movimento, di scelta, di restare, di costruzione e realizzazione del proprio progetto di vita in caso di movimento, la libertà personale e quella di resistenza.

La seconda parte “risponde invece alla necessità di confrontarsi con la realtà disegnata dalle attuali politiche migratorie e di militarizzazione dei confini, con il razzismo, le discriminazioni, lo sfruttamento, le diseguaglianze, i confinamenti e la morte degli esseri umani che esse producono, affermando, rispetto a tale realtà, i punti necessari per un suo complessivo cambiamento”.

Fondamentale è la mancanza di limiti geografici della Carta, che nasce al centro del Mediterraneo, a Lampedusa, ma “assume l’intero pianeta come spazio di applicazione di quanto sancisce”.

Domenica mattina i lavori hanno visto la partecipazione e la discussione di numerose iniziative delle varie realtà, assemblee da Roma, a Vienna, a Francoforte.

Pubblicato sul sito della Rete della Conoscenza il 7 Febbraio 2014 al link: http://www.retedellaconoscenza.it/2014/02/carta-di-lampedusa-un-racconto-della-tre-giorni/